Emil Frey Racing
«Vogliamo essere i migliori, non i più grandi»
24. Juli 2020 agvs-upsa.ch – L’importatore svizzero Emil Frey dimostra anche su pista la sua esperienza pluriennale e la sua competenza in fatto di auto. E lo fa con una scuderia vincente. Lorenz Frey-Hilti, capo del team, ha accompagnato AUTOINSIDE in una visita esclusiva al piccolo ma sofisticato reparto corse.
Con le gare di questo fine settimana a Imola e l'inizio di agosto a Misano la stagione dovrebbe finalmente ripartire per Emil Frey Racing. Fonte: Emil Frey Racing
sco/jas. Quando si pronunciano le parole «Svizzera» e «motorismo» i più pensano automaticamente a Peter Sauber. Molto spesso, invece, si dimentica che Emil Frey dà gas ed eccelle in questa disciplina da ben tre generazioni. Tutto iniziò con Emil Frey, padre fondatore dell’azienda, che fino al 1935 partecipò a corse con moto di diverse marche, riuscendo persino a vincere il GP d’Europa e la corsa del Klausen. Negli anni ‘50, il brillante uomo d’affari e meccanico per passione disputò persino vari rally al volante di Jaguar e Austin. La pietra di fondazione del reparto corse fu però posta da suo figlio Walter Frey a metà degli anni ‘60. L’oggi 76enne patron dell’azienda vinse vari campionati svizzeri a bordo di Mini Cooper S, Triumph Dolomite e Toyota Celica e partecipò anche a gare di Formula 2 e 3. La scuderia del fortunato importatore svizzero di auto è stata ricostituita nel 2012, questa volta puntando alle corse sulle lunghe distanze e ai campionati GT3. Per farlo, gli svizzeri hanno costruito una Jaguar Emil Frey pensata proprio per questa classe. L’attuale team è capitanato da Lorenz Frey-Hilti (29), ex pilota della squadra svizzera dai tanti successi. Non appena calcata l’arena motoristica nel 2019, infatti, il team partner di Lamborghini ha portato subito a casa ben otto vittorie in 14 gare e il titolo di campione dell’International GT Open.
Il capo del team Lorenz Frey-Hilti davanti a uno dei due piloti Lamborghini. Fonte: AGVS media
E con questo slancio la scuderia voleva cominciare la nuova stagione. Peccato, però, che poi sia arrivato il coronavirus a seminare lo scompiglio nel ramo dell’auto e nel motorismo. AUTOINSIDE ha avuto il privilegio di osservare da vicino i preparativi per la nuova stagione e di guardare dietro le quinte (zona riservata solo agli addetti ai lavori) dell’Emil Frey Racing, la cui casa è un anonimo complesso di edifici a due piani accanto alla sede centrale di Safenwil. Lì lavora un team con un nucleo duro di 22 collaboratori, affiancati da due ex apprendisti di Emil Frey. «Abbiamo in squadra un mix eccezionale di persone che non cambia di continuo. Nel motorismo in generale c’è una lotta accanita per accaparrarsi i talenti. Non mi riferisco solo ai piloti», spiega Frey-Hilti. «Emil Frey Racing ha un vantaggio: le persone hanno più responsabilità da noi che in una grande squadra. Non sono attorniati da 500 o 1000 sviluppatori. Un altro vantaggio è che le catene decisionali sono brevi.»
Questo fine settimana a Imola Ernst i due piloti Lamborghini di Emil Frey Racing saranno al centro dell'attenzione. Fonte: Emil Frey Racing
Lorenz Frey-Hilti è responsabile della gestione e dell’orientamento strategici, della comunicazione e del marketing del reparto corse. La direzione operativa è invece affidata al suo direttore tecnico Jürg Flach. È stato lui a comporre una squadra potente. E i successi del 2019 gli hanno dato ragione. «Noi di Emil Frey siamo professionisti del ramo dell’auto e con Emil Frey Racing possiamo darne prova anche su pista. E ci riusciamo persino con una marca che non importiamo né commercializziamo. Ciò rende la situazione ancora più particolare», dichiara Frey-Hilti. Così comincia la nostra visita esclusiva ai grandi uffici in cui vediamo ingegneri e tecnici lambiccarsi il cervello al computer. «Da noi lavorano, ad esempio, due designer che studiano appositamente delle parti per le due Lamborghini e offrono i loro servizi anche ad altri team.» Emil Frey Racing, infatti, non è solo una squadra corse ma è anche dedita allo sviluppo di bolidi con un’infrastruttura dedicata. «Sia nella guida su strada che in quella su circuito, tutto sta nel rendere possibilmente efficienti i veicoli in termini di aerodinamica o di consumo. È una cosa che spesso viene dimenticata», spiega Frey-Hilti. «Alcune idee ed esperienze maturate nelle corse e nelle prove con la Lexus, ad esempio, sono state poi acquisite dal costruttore e sono confluite nella produzione.»
Uno sguardo all'abitacolo del pilota GT lo rende chiaro: oggi al volante è richiesto il multitasking. Fonte: AGVS media
Il know-how acquisito nell’utilizzo della Jaguar Emil Frey GT3 e della Lexus RC F GT3 ha anche consentito al team svizzero di familiarizzare subito con le due Lamborghini Huracán GT3 Evo. E la collaborazione con gli italiani fila lascio come l’olio – ha funzionato persino durante il lockdown e la chiusura delle fabbriche. «Essendo uno dei team ufficiali di riferimento possiamo contare sia su tre piloti Lamborghini, sia su un camion dotato di tutti i ricambi del costruttore. Così non dobbiamo portarci dietro tanto materiale alle corse», rivela il 29enne mentre passiamo affianco a delle cassette impacchettate. «In genere c’è l’occorrente per sostituire un veicolo intero. In fin dei conti, non c’è niente di più seccante che giocarsi una vittoria a causa di un ricambio mancante. Sarebbe anche sproporzionato rispetto a tutti gli sforzi sostenuti.» Emil Frey Racing – come peraltro l’azienda cui fa capo – punta infatti sull’uso mirato delle risorse. «Le nostre strutture sono snelle. Anche nel motorismo è essenziale investire bene ciò che si spende. Noi di Emil Frey Racing vogliamo essere i migliori, non i più grandi», così Frey-Hilti chiarisce i suoi obiettivi.
Un compito non facile in una classe prestigiosa come la GT, nella quale gareggiano veicoli dei costruttori più diversi e 380 piloti di GT3 in tutto il mondo. Per garantire una competizione equa nonostante le differenze tra le auto in termini di presupposti e livelli di performance, i bolidi vengono classificati secondo un principio detto «Balance of Performance» o BOP. «A ogni veicolo viene assegnato un delta in base a peso, propulsione e potenza. A questo delta devono essere ricondotte tutte e tre le variabili. Può succedere quindi che, a seconda della gara, si debbano caricare chili e chili di zavorra in più sul sedile del copilota rispetto agli altri concorrenti. A volte è una gran seccatura. Ma i nostri conti tornano: nella scorsa stagione abbiamo avuto quasi sempre dieci veicoli a un solo secondo di distanza e abbiamo partecipato sempre a gare entusiasmanti», ricorda il capo della scuderia mentre ci accompagna verso la palestra.
Nel centro fitness della squadra, Lorenz Frey-Hilti dimostra un esercizio per i piloti. Fonte: AGVS media
Qui i piloti possono allenarsi in modo mirato in vista delle corse. «Bisogna abituarsi soprattutto alla forza G, che a ogni curva e a ogni frenata pesa sul corpo del guidatore. Inoltre bisogna mantenere livelli massimi di concentrazione mentre il cuore batte a 170 ed eseguire determinate operazioni al cockpit», spiega Frey-Hilti salendo sulla pedana propriocettiva. Il 29enne dimostra di avere un equilibrio eccezionale. Poi ci fa vedere come allenare allo stesso tempo la prontezza di riflessi e la visione periferica alla parete. «Il mio allenatore mi faceva anche svolgere degli esercizi di calcolo. Solo così si impara il multi-tasking, una capacità indispensabile per le corse», aggiunge Frey-Hilti. Oggi il capitano della scuderia, che ha ripiegato sul motorismo solo a 19 anni dopo essersi procurato diverse lesioni facendo hockey su ghiaccio, non se la sente più di gareggiare: «Mi piacerebbe, è chiaro. Ma per quanto abbia la benzina a posto del sangue, l’impegno sarebbe stato eccessivo. Oggi mi concentro su altri compiti.»
Arrivati nel locale attiguo (che può peraltro ospitare eventi di clienti esterni), veniamo rapiti da una vista che manderebbe in sollucchero qualsiasi patito dei videogiochi. Davanti a noi c’è un simulatore dinamico di corsa con un cockpit da GT, circondato da un enorme schermo a 225 gradi degno di una sala cinematografica. «Tutte le piste GT sono ormai scansionate al laser. Ci sono dati persino sulle asperità dell’asfalto. Ciò ci consente di prepararci bene alle corse. Simuliamo persino il rombo del motore. Bene o male si può riprodurre tutto, tranne che la forza G», rivela Frey-Hilti. I dati rilevati durante la guida passano poi a un ingegnere, che può quindi dare riscontri utili alle simulazioni. Se non fosse che le restrizioni di viaggio dovute al coronavirus hanno impossibilitato molti piloti ad allenarsi persino al sistema dinamico.
Nel simulatore di corse idrauliche, i piloti possono memorizzare i dettagli delle piste. Fonte: AGVS media
Nel 2020 Emil Frey Racing si presenterà sulla linea di partenza con l’austriaco Norbert Siedler, il canadese Mikael Grenier, l’italiano Giacomo Altoè, il francese Franck Perera, lo spagnolo Albert Costa e lo svizzero Ricardo Feller. «Abbiamo avuto diritto di co-decisione nella scelta dei piloti ufficiali. Con Lamborghini abbiamo ottimi rapporti anche da qualsiasi altro punto di vista», afferma Frey-Hilti. «Poi abbiamo Ricardo Feller nel nostro team, un pilota che è cresciuto a neanche 15 minuti di distanza da Safenwil. Non può che far piacere a una squadra svizzera.» Ai piloti GT non basta guidare come saette. Devono saper mantenere una velocità costante e soprattutto lavorare di squadra. «Si è quasi sempre in tre a guidare un’auto. Quindi bisogna sapersi adattare anche al set-up dei colleghi di scuderia. Non è cosa da tutti», precisa Frey-Hilti mentre sfiliamo affianco a una Lamborghini Huracán GT3 Evo quasi interamente assemblata. «È importante soprattutto che il veicolo torni ai box in buone condizioni e non sia ridotto ai minimi termini.» Per il team, l’aver ingaggiato Albert Costa è stato un vero e proprio colpo di fortuna. Dopo aver mancato la promozione alla Formula 1 lo spagnolo si era preso diversi anni di pausa. «Quando è arrivato da noi ha fatto subito tre o quattro giri a una velocità incredibile e adesso è tra i primi della classifica dei piloti GT3.»
Mentre in Svizzera le gare di questa classe passano spesso sotto traccia, altrove godono di un’enorme popolarità, in particolare in Spagna, Germania, Italia e Inghilterra. In questi paesi decine di migliaia di appassionati convergono intorno ai circuiti ogni fine settimana di gare. Nelle prime due corse della stagione, però, questo spettacolo potrebbe non ripetersi. Gli appuntamenti in programma per fine luglio (Imola) e inizio agosto (Misano) andranno infatti in scena in Italia, uno dei paesi più vessati dal coronavirus. Per questo, ai già ampi regolamenti del GT3 si è aggiunta tutta una serie di nuove disposizioni da osservare durante le corse. «Non ho ancora capito bene come fare a rispettare le regole di distanziamento negli spazi ristretti dei box», confessa Frey-Hilti. Ciononostante non vede l’ora che la stagione riparta: «Sono tutti felici che finalmente si ricominci!» Il capitano della scuderia spera solo di avere l’occasione di fare qualche prova prima di allora. L’équipe Emil Frey ha preso dimestichezza con i bolidi della Squadra Corse Lamborghini l’anno scorso. Al GT World Challenge Europe (l’ex Blancpain GT) i veicoli monteranno però pneumatici Pirelli. All’International GT Open le gomme erano invece di marca Michelin. Alla scuderia di Safenwil mancano quindi dei dati importanti. Nel motorismo, infatti, è essenziale conoscere le condizioni in cui le mescole funzionano al meglio. Ma è certo che Emil Frey Racing riuscirà a vincere questa scommessa entro l’inizio della stagione.
Con le gare di questo fine settimana a Imola e l'inizio di agosto a Misano la stagione dovrebbe finalmente ripartire per Emil Frey Racing. Fonte: Emil Frey Racing
sco/jas. Quando si pronunciano le parole «Svizzera» e «motorismo» i più pensano automaticamente a Peter Sauber. Molto spesso, invece, si dimentica che Emil Frey dà gas ed eccelle in questa disciplina da ben tre generazioni. Tutto iniziò con Emil Frey, padre fondatore dell’azienda, che fino al 1935 partecipò a corse con moto di diverse marche, riuscendo persino a vincere il GP d’Europa e la corsa del Klausen. Negli anni ‘50, il brillante uomo d’affari e meccanico per passione disputò persino vari rally al volante di Jaguar e Austin. La pietra di fondazione del reparto corse fu però posta da suo figlio Walter Frey a metà degli anni ‘60. L’oggi 76enne patron dell’azienda vinse vari campionati svizzeri a bordo di Mini Cooper S, Triumph Dolomite e Toyota Celica e partecipò anche a gare di Formula 2 e 3. La scuderia del fortunato importatore svizzero di auto è stata ricostituita nel 2012, questa volta puntando alle corse sulle lunghe distanze e ai campionati GT3. Per farlo, gli svizzeri hanno costruito una Jaguar Emil Frey pensata proprio per questa classe. L’attuale team è capitanato da Lorenz Frey-Hilti (29), ex pilota della squadra svizzera dai tanti successi. Non appena calcata l’arena motoristica nel 2019, infatti, il team partner di Lamborghini ha portato subito a casa ben otto vittorie in 14 gare e il titolo di campione dell’International GT Open.
Il capo del team Lorenz Frey-Hilti davanti a uno dei due piloti Lamborghini. Fonte: AGVS media
E con questo slancio la scuderia voleva cominciare la nuova stagione. Peccato, però, che poi sia arrivato il coronavirus a seminare lo scompiglio nel ramo dell’auto e nel motorismo. AUTOINSIDE ha avuto il privilegio di osservare da vicino i preparativi per la nuova stagione e di guardare dietro le quinte (zona riservata solo agli addetti ai lavori) dell’Emil Frey Racing, la cui casa è un anonimo complesso di edifici a due piani accanto alla sede centrale di Safenwil. Lì lavora un team con un nucleo duro di 22 collaboratori, affiancati da due ex apprendisti di Emil Frey. «Abbiamo in squadra un mix eccezionale di persone che non cambia di continuo. Nel motorismo in generale c’è una lotta accanita per accaparrarsi i talenti. Non mi riferisco solo ai piloti», spiega Frey-Hilti. «Emil Frey Racing ha un vantaggio: le persone hanno più responsabilità da noi che in una grande squadra. Non sono attorniati da 500 o 1000 sviluppatori. Un altro vantaggio è che le catene decisionali sono brevi.»
Il brivido delle corse dal vivo
Chi vuole seguire dal vivo l’inizio della stagione della scuderia svizzera e immergersi nell’atmosfera eccitante del GT World Challenge Europe può farlo sul canale ufficiale Youtube. Le corse di Imola del 25/26 luglio 2020 e gli altri appuntamenti sportivi di Emil Frey Racing verranno trasmessi alla pagina https://www.youtube.com/user/gt1world. Il giorno delle corse il team di Safenwil comunicherà sui social media il link alla diretta streaming. Lo stesso link compare anche all’inizio della lista del canale generale..
Chi vuole seguire dal vivo l’inizio della stagione della scuderia svizzera e immergersi nell’atmosfera eccitante del GT World Challenge Europe può farlo sul canale ufficiale Youtube. Le corse di Imola del 25/26 luglio 2020 e gli altri appuntamenti sportivi di Emil Frey Racing verranno trasmessi alla pagina https://www.youtube.com/user/gt1world. Il giorno delle corse il team di Safenwil comunicherà sui social media il link alla diretta streaming. Lo stesso link compare anche all’inizio della lista del canale generale..
Questo fine settimana a Imola Ernst i due piloti Lamborghini di Emil Frey Racing saranno al centro dell'attenzione. Fonte: Emil Frey Racing
Lorenz Frey-Hilti è responsabile della gestione e dell’orientamento strategici, della comunicazione e del marketing del reparto corse. La direzione operativa è invece affidata al suo direttore tecnico Jürg Flach. È stato lui a comporre una squadra potente. E i successi del 2019 gli hanno dato ragione. «Noi di Emil Frey siamo professionisti del ramo dell’auto e con Emil Frey Racing possiamo darne prova anche su pista. E ci riusciamo persino con una marca che non importiamo né commercializziamo. Ciò rende la situazione ancora più particolare», dichiara Frey-Hilti. Così comincia la nostra visita esclusiva ai grandi uffici in cui vediamo ingegneri e tecnici lambiccarsi il cervello al computer. «Da noi lavorano, ad esempio, due designer che studiano appositamente delle parti per le due Lamborghini e offrono i loro servizi anche ad altri team.» Emil Frey Racing, infatti, non è solo una squadra corse ma è anche dedita allo sviluppo di bolidi con un’infrastruttura dedicata. «Sia nella guida su strada che in quella su circuito, tutto sta nel rendere possibilmente efficienti i veicoli in termini di aerodinamica o di consumo. È una cosa che spesso viene dimenticata», spiega Frey-Hilti. «Alcune idee ed esperienze maturate nelle corse e nelle prove con la Lexus, ad esempio, sono state poi acquisite dal costruttore e sono confluite nella produzione.»
Uno sguardo all'abitacolo del pilota GT lo rende chiaro: oggi al volante è richiesto il multitasking. Fonte: AGVS media
Il know-how acquisito nell’utilizzo della Jaguar Emil Frey GT3 e della Lexus RC F GT3 ha anche consentito al team svizzero di familiarizzare subito con le due Lamborghini Huracán GT3 Evo. E la collaborazione con gli italiani fila lascio come l’olio – ha funzionato persino durante il lockdown e la chiusura delle fabbriche. «Essendo uno dei team ufficiali di riferimento possiamo contare sia su tre piloti Lamborghini, sia su un camion dotato di tutti i ricambi del costruttore. Così non dobbiamo portarci dietro tanto materiale alle corse», rivela il 29enne mentre passiamo affianco a delle cassette impacchettate. «In genere c’è l’occorrente per sostituire un veicolo intero. In fin dei conti, non c’è niente di più seccante che giocarsi una vittoria a causa di un ricambio mancante. Sarebbe anche sproporzionato rispetto a tutti gli sforzi sostenuti.» Emil Frey Racing – come peraltro l’azienda cui fa capo – punta infatti sull’uso mirato delle risorse. «Le nostre strutture sono snelle. Anche nel motorismo è essenziale investire bene ciò che si spende. Noi di Emil Frey Racing vogliamo essere i migliori, non i più grandi», così Frey-Hilti chiarisce i suoi obiettivi.
Un compito non facile in una classe prestigiosa come la GT, nella quale gareggiano veicoli dei costruttori più diversi e 380 piloti di GT3 in tutto il mondo. Per garantire una competizione equa nonostante le differenze tra le auto in termini di presupposti e livelli di performance, i bolidi vengono classificati secondo un principio detto «Balance of Performance» o BOP. «A ogni veicolo viene assegnato un delta in base a peso, propulsione e potenza. A questo delta devono essere ricondotte tutte e tre le variabili. Può succedere quindi che, a seconda della gara, si debbano caricare chili e chili di zavorra in più sul sedile del copilota rispetto agli altri concorrenti. A volte è una gran seccatura. Ma i nostri conti tornano: nella scorsa stagione abbiamo avuto quasi sempre dieci veicoli a un solo secondo di distanza e abbiamo partecipato sempre a gare entusiasmanti», ricorda il capo della scuderia mentre ci accompagna verso la palestra.
Nel centro fitness della squadra, Lorenz Frey-Hilti dimostra un esercizio per i piloti. Fonte: AGVS media
Qui i piloti possono allenarsi in modo mirato in vista delle corse. «Bisogna abituarsi soprattutto alla forza G, che a ogni curva e a ogni frenata pesa sul corpo del guidatore. Inoltre bisogna mantenere livelli massimi di concentrazione mentre il cuore batte a 170 ed eseguire determinate operazioni al cockpit», spiega Frey-Hilti salendo sulla pedana propriocettiva. Il 29enne dimostra di avere un equilibrio eccezionale. Poi ci fa vedere come allenare allo stesso tempo la prontezza di riflessi e la visione periferica alla parete. «Il mio allenatore mi faceva anche svolgere degli esercizi di calcolo. Solo così si impara il multi-tasking, una capacità indispensabile per le corse», aggiunge Frey-Hilti. Oggi il capitano della scuderia, che ha ripiegato sul motorismo solo a 19 anni dopo essersi procurato diverse lesioni facendo hockey su ghiaccio, non se la sente più di gareggiare: «Mi piacerebbe, è chiaro. Ma per quanto abbia la benzina a posto del sangue, l’impegno sarebbe stato eccessivo. Oggi mi concentro su altri compiti.»
Arrivati nel locale attiguo (che può peraltro ospitare eventi di clienti esterni), veniamo rapiti da una vista che manderebbe in sollucchero qualsiasi patito dei videogiochi. Davanti a noi c’è un simulatore dinamico di corsa con un cockpit da GT, circondato da un enorme schermo a 225 gradi degno di una sala cinematografica. «Tutte le piste GT sono ormai scansionate al laser. Ci sono dati persino sulle asperità dell’asfalto. Ciò ci consente di prepararci bene alle corse. Simuliamo persino il rombo del motore. Bene o male si può riprodurre tutto, tranne che la forza G», rivela Frey-Hilti. I dati rilevati durante la guida passano poi a un ingegnere, che può quindi dare riscontri utili alle simulazioni. Se non fosse che le restrizioni di viaggio dovute al coronavirus hanno impossibilitato molti piloti ad allenarsi persino al sistema dinamico.
Nel simulatore di corse idrauliche, i piloti possono memorizzare i dettagli delle piste. Fonte: AGVS media
Nel 2020 Emil Frey Racing si presenterà sulla linea di partenza con l’austriaco Norbert Siedler, il canadese Mikael Grenier, l’italiano Giacomo Altoè, il francese Franck Perera, lo spagnolo Albert Costa e lo svizzero Ricardo Feller. «Abbiamo avuto diritto di co-decisione nella scelta dei piloti ufficiali. Con Lamborghini abbiamo ottimi rapporti anche da qualsiasi altro punto di vista», afferma Frey-Hilti. «Poi abbiamo Ricardo Feller nel nostro team, un pilota che è cresciuto a neanche 15 minuti di distanza da Safenwil. Non può che far piacere a una squadra svizzera.» Ai piloti GT non basta guidare come saette. Devono saper mantenere una velocità costante e soprattutto lavorare di squadra. «Si è quasi sempre in tre a guidare un’auto. Quindi bisogna sapersi adattare anche al set-up dei colleghi di scuderia. Non è cosa da tutti», precisa Frey-Hilti mentre sfiliamo affianco a una Lamborghini Huracán GT3 Evo quasi interamente assemblata. «È importante soprattutto che il veicolo torni ai box in buone condizioni e non sia ridotto ai minimi termini.» Per il team, l’aver ingaggiato Albert Costa è stato un vero e proprio colpo di fortuna. Dopo aver mancato la promozione alla Formula 1 lo spagnolo si era preso diversi anni di pausa. «Quando è arrivato da noi ha fatto subito tre o quattro giri a una velocità incredibile e adesso è tra i primi della classifica dei piloti GT3.»
Mentre in Svizzera le gare di questa classe passano spesso sotto traccia, altrove godono di un’enorme popolarità, in particolare in Spagna, Germania, Italia e Inghilterra. In questi paesi decine di migliaia di appassionati convergono intorno ai circuiti ogni fine settimana di gare. Nelle prime due corse della stagione, però, questo spettacolo potrebbe non ripetersi. Gli appuntamenti in programma per fine luglio (Imola) e inizio agosto (Misano) andranno infatti in scena in Italia, uno dei paesi più vessati dal coronavirus. Per questo, ai già ampi regolamenti del GT3 si è aggiunta tutta una serie di nuove disposizioni da osservare durante le corse. «Non ho ancora capito bene come fare a rispettare le regole di distanziamento negli spazi ristretti dei box», confessa Frey-Hilti. Ciononostante non vede l’ora che la stagione riparta: «Sono tutti felici che finalmente si ricominci!» Il capitano della scuderia spera solo di avere l’occasione di fare qualche prova prima di allora. L’équipe Emil Frey ha preso dimestichezza con i bolidi della Squadra Corse Lamborghini l’anno scorso. Al GT World Challenge Europe (l’ex Blancpain GT) i veicoli monteranno però pneumatici Pirelli. All’International GT Open le gomme erano invece di marca Michelin. Alla scuderia di Safenwil mancano quindi dei dati importanti. Nel motorismo, infatti, è essenziale conoscere le condizioni in cui le mescole funzionano al meglio. Ma è certo che Emil Frey Racing riuscirà a vincere questa scommessa entro l’inizio della stagione.
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